Church roof and friends
Galleria Area 35, Milano

Introduzione al catalogo di Manuel Bonfanti

A Febbraio dello scorso anno, per una serie di motivi personali, avevo deciso di non interessarmi più al mondo dell’arte. Mi si era spezzato qualcosa dentro; però la vita ha la singolare dote di sorprenderci sempre e costringerci ad accettare nuove sfide.

Per puro caso, mi fu chiesto di scrivere un breve pezzo di presentazione mostra il “Velo di Maya”, fui molto titubante. Alla fine, tanto fece che decisi di dar una mano ed ebbi occasione di conoscere il fotografo Giacomo Marco Valerio e la sua manager, Sara Bramani Araldi.

Con il senno di poi, è stata una delle decisioni più sensate della mia vita. Giacomo mi ha insegnato a voler bene alla fotografia, a capire cosa è veramente, una riflessione sulla Vita e sul Reale, non occasione di giochetti con photoshop. Sara, con il suo entusiasmo e la sua energia, ha riacceso la mia voglia di fare e di impegnarmi.

Hanno riacceso il mio fuoco e per questo avranno sempre la mia gratitudine. Ed oggi, la loro energia ed il loro amore per l’arte ha portato ad un altro frutto: l’apertura della galleria Area 35. Cos’è questo spazio espositivo ?

Mi piace immaginarlo come un avamposto di frontiera, luogo di metamorfosi e contaminazioni, e cultura, la creatività e il pensiero diventano promotori e sostegno delle nuove estetiche, dove l’arte si fonde con il design. Da dove esploratori coraggiosi, o un poco folli, partono per esplorare nuovi territori e dove si combattono feroci battaglie di idee.

Il primo vagito di questa galleria è la mostra “Church Roof and Friends” di Manuel Bonfanti, la sua seconda personale milanese.

Un altro amico Manuel: lo conosco da circa un anno, dai tempi in cui abbiamo collaborato assieme per una mostra in cui gli artisti meditavano sulle tematiche connesse all’intelligenza artificiale

Benché un giorno mi strozzerà, per tutte le buche che gli mollo ogni volta che prometto di andarlo a trovare nel suo studio a Bergamo, è una persona splendida, dal senso estetico e dall’intelligenza non comune. Mi piace paragonarlo spesso al mare, dove una calma piacevole ed apparente nasconde un pensiero profondo ed abissale

Una mostra, “Church Roof and Friends”, che non nasce dal desiderio di successo o di denaro, ma dalla comunanza di idee e di spirito tra Manuel, Sara e Giacomo, amici che si riuniscono per portare avanti un progetto e lottare assieme

In cosa consiste questa mostra ? Quale è il suo senso profondo ? Il suo fulcro consiste in installazioni, basate sulla coesistenza tra forme e materie differenti, dove l’apparente contrasto si risolve in un’armonia superiore.

Tra queste, spicca quella che dona il nome alla mostra, un tetto di una chiesa ideale in terracotta costruita sul pavimento della galleria, meditazione sul pensiero sul pensiero di Carlo Belli, uno dei pochi intellettuali universali del Novecento Italiano, capace di essere Teorico e critico d’arte, giornalista, scrittore, musicologo e pittore astrattista, il cui principale saggio Kn, dedicato a Kandinskij, è evocato nel logo che decora le tegole.

Un’opera che di fatto sintetizza tutte le ricerche di Manuel, dalla sua ricerca del Sacro nascosto nel banale apparente, alle mutazioni che ogni giorno viviamo delle percezioni relative allo spazio, al tempo, al linguaggio.

In cui il brand, il segno, non assume soltanto il ruolo di specchio della società dei consumi, come nella Pop Art, ma anche di mezzo che permette di trasformare mondo da costituzione anonima e insignificante di oggetti in insieme di fatti e di interpretazioni.

Un’opera che è anche un punto di partenza verso nuovi orizzonti, sia per Manuel, sia per l’Area 35. Ad entrambi, da amico, auguro ogni successo.